In base al nuovo rapporto “Fiscal Policy to Address Energy’s Environmental Impacts” del FIM, per centrare gli obiettivi di politica fiscale, i prezzi energetici non riflettono i costi reali, che (oltre a quelli di mercato delle varie fonti) dovrebbero includere le conseguenze dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento nonché “effetti collaterali associati”.
Come riassunto da Quotidiano Energia, a fronte di un ciclopico studio su 156 Paesi, quantificando per ciascuno di essi i costi sanitari e ambientali derivanti dall’uso di carburanti e combustibili e indicando la tassazione che sarebbe necessaria per integrare tali costi, è emerso che in Italia sul carbone dovrebbe gravare una tassa di 6 dollari per Giga Joule (circa 277 kWh) ed una di 2,6 $/GJ sul gas per la generazione elettrica.
Alla luce di ciò, l’ANEV auspica che i pubblici decisori cambino finalmente prospettiva sulle energie pulite, e si impegnino in un strutturale sforzo di riorganizzazione del sistema, introducendo meccanismi fiscali utili e necessari ad allineare i costi dell’energia anche sulla base delle esternalità.
Se infatti il legislatore ed il regolatore finalmente iniziassero a pianificare interventi per applicare le disposizioni del Fondo Monetario Internazionale per ridurre il numero delle morti derivate dalla combustione dei combustibili fossili anziché occuparsi di provvedimenti discutibili come lo spalma incentivi o illegittimi come la Del. 281/12, il sistema elettrico e il Paese tutto e trarrebbe beneficio sia da un punto di vista industriale sia dal punto ambientale.
Fonte: Anev