L’Anev fa un bilancio in seguito alle ultime 3 sessioni d’asta per l’assegnazione degli incentivi.
Entrando nel dettaglio, dell’asta 2012 il 46% dei MW vincitori e aggiudicatari dell’incentivo, non sono ancora in costruzione, quindi dei 442 MW ammessi solo 217 MW sono in esercizio; dell’asta 2013 dei 465 MW ammessi solo 113 MW sono in costruzione, ma nessuno in esercizio. Aggregando i dati si può dire che su 907 MW aggiudicati per il 61%, ovvero 550 MW, non si è nemmeno iniziata la costruzione.
La situazione per l’anno 2014 non sembra migliorare. Infatti i MW contendibili sono stati 356 e i risultati mostrano un progressivo innalzamento dei livelli di sconto che renderà presumibilmente irrealizzabile gran parte degli impianti in graduatoria.
Alla luce di quanto detto sembra chiaro che l’esperienza delle aste sia stata fallimentare, avendo spostato l’obiettivo sul raggiungimento di sconti significativi per aggiudicarsi l’asta, piuttosto che sul raggiungimento di un livello di sconto sugli impianti in esercizio.
Si aggiunga poi l’aumento del contenzioso che blocca ulteriormente le poche iniziative in fase di realizzazione, allontanando dal mercato italiano operatori seri.
Un altro aspetto evidenziato riguarda il modello dello sviluppatore che andrebbe regolamentato e che doveva scomparire con le aste ma si è ampiamente ripresentato, visto che la maggior parte dei progetti iscritti non è riconducibile a società industrialmente operative nel settore o comunque con un know-how specifico.
L’Associazione chiede quindi al Ministero dello Sviluppo Economico di emanare in tempi utili i Decreti correttivi per le prossime aste, sottolineando che il settore eolico ha installato nel 2014 solo 35 MW contro i 1.273 del 2012.