Il sogno della Cina era di fatto quello europeo, ovvero sfruttare gli infiniti spazi del deserto del Sahara per produrre energia elettrica da impianti fotovoltaici, destinata ad arrivare in Europa. Quel progetto il cui nome era Desertec,patrocinato dalla Germania , è naufragato da molti anni sotto i colpi prima delle crisi politiche seguite alle primavere arabe sia del calo della domanda di energia in Europa a causa della crisi.
Ora l’idea torna in auge da Pechino ma con un’ottica completamente diversa: non la produzione per l’Europa bensì per il mondo intero, compresa una buona fetta delle 3 miliardi di persone che oggi ha un accesso discontinuo all’elettricità.
Un obiettivo che definire impossibile sarebbe stato poco fino a poco tempo fa, visto che i sistemi attuali di trasmissione di energia hanno grandi dispersioni e non sono connessi a livello globale. Da qualche tempo però queste cose stanno cambiando. Per capire cosa passa per la testa a Pechino proviamo a pensare che nel Sahara oltre ai parchi solari ci siano anche intere distese di parchi eolici nelle zone più ventose dell’Artico e in altre zone non abitate del pianeta, Antartide compresa.
Immaginate ora una nuova rete di trasmissione dell’energia ad altissima capacità e bassa dispersione, capace di connettere tutto il mondo, compresi i suoi angoli più remoti. Tutta questa immaginazione permetterebbe di rendere finalmente possibile uno sviluppo rapido delle fonti di energia rinnovabile, perché non ci sarebbero più i problemi derivanti dalla discontinuità della produzione di elettricità da sole e vento.
A questo punto come lieto fine della storia mmaginate che tutto questo porti entro il 2050 a produrre il 90% dell’elettricità con fonti rinnovabili a livello mondiale.Tutto questo ha comunque un costo…quanto ? beh una prima stima parla di 50mila miliardi di dollari in 30 anni.
Nel progetto del Sahara si uniscono i puntini di varie linee tracciate da Pechino: l’approdo in Africa in maniera sempre più massiccia, il supporto agli investimenti e l’accesso alle materie prime; lo sviluppo dell’auto elettrica; ma anche l’ingresso in società strategiche occidentali. Tra queste figura a pieno titolo anche il 35% acquisito da State Grid of China in Cdp Reti, la quale controlla poco meno del 30% di Terna (società della distribuzione dell’energia in Italia.). Terna quindi dovrà scegliere se finanziare la rete fondamentale per far partire il progetto del Sahara, ovvero quella fra Tunisia e Italia. Un primo budget parla di 600 milioni per 250 chilometri di rete.