I giorni tra il 9 e l’11 febbraio 2020 verranno ricordati per la tempesta Ciara che si è abbattuta su gran parte d’Europa arrecando danni e disagi in numerosi Paesi.
La tempesta pare essere stata provocata da un’area di bassa pressione eccezionalmente profonda (circa 950 hPa) dall’Atlantico. La perturbazione avrebbe prima colpito le isole britanniche per poi procedere verso est con Francia, Belgio, Germania, fino alle regioni scandinave.
I danni rilevati soprattutto in Francia sono stati molti e i forti disagi hanno lasciato il segno anche nella popolazione ma… c’è un ma…
Dai dati di Wind Europe, la quota di energia eolica sulla domanda energetica europea è passata dall’11% del 7 febbraio, a circa il 28% del 10 febbraio.
Vista la domanda già il 27,4% della richiesta era stata prodotta il 9 febbraio con il 24,2% (pari a circa 1.1951 GWh) proveniente da impianti a terra (cosiddetti onshore) ed il restante 3,1% (252 GWh) da impianti a mare (offshore).
Giornata da considerarsi storica il 10 febbraio con il 27,9% della domanda energetica europea soddisfatta da impianti eolici, di cui il 24,5% (2.328 GWh) da impianti onshore ed il 3,4% (325 GWh) da impianti offshore. Anche in Danimarca si sono raggiunte cifre altissime;per esempio, il 94% in Danimarca (102 GWh), il 65% in Irlanda (61 GWh), il 63% in Germania (969 GWh) ed il 35% in Svezia (158 GWh).
L’Italia è rimasta marginalmente interessata dal passaggio della perturbazione, ed ha mantenuto una produzione di energia elettrica dall’eolico più costante rispetto ai giorni scorsi (15,8%, 137 GWh, il 10 febbraio).